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Addio mascherine all’aperto e riapertura delle discoteche

Verso la libertà o verso la fine della libertà?

Sapientemente, come del resto hanno gestito tutta l’emergenza sanitaria, i nostri “governanti” ci hanno concesso, in questi giorni, di non utilizzare la mascherina all’aperto. Sembrerebbe che stiamo quindi tornando alla normalità, proprio mentre da martedì prossimo i cinquantenni non vaccinati saranno sospesi dal lavoro e dallo stipendio.

Non si era mai visto così grande capacità nel governare: il bastone e la carota tradotti in sofisticate tecniche di manipolazione hanno portato a far si che l’asino non abbia più nemmeno bisogno della carota: continua a fare quello per cui è stato educato, da solo.

Ed ecco che nonostante sia stato tolto l’obbligo della mascherina all’aperto, oggi in piazza, la quasi totalità delle persone che ho incontrato avevano la maschera. Ma non quella di carnevale.

Mai si era visto un’applicazione così sofisticata del principio della rana bollita: per chi non lo ricorda, lo riporto brevemente.

Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce -semplicemente- morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.

Nulla può spiegare meglio di questa rappresentazione quello che sta accadendo, ma noi non siamo ancora definitivamente bolliti o, meglio, molti di noi non lo sono. Possiamo ancora dare il colpo di zampa per saltare fuori dalla pentola, ma dobbiamo essere uniti, preparati e veloci.

Il tempo è agli sgoccioli, e non ci stiamo accorgendo più di nulla:

  • Da alcuni mesi Agenzia per le riscossioni sta inviando qualche milione di avvisi di accertamento ogni mese: ne sono previsti circa 50 milioni. Quasi nessuno ne sarà escluso, ma spedendoli un po’ alla volta c’è sempre l’illusione per chi non l’ha ricevuto di essere indenne. Invece non sarà così, tutti siamo nella stessa pentola. E i casi di persone che si sono visti la propria abitazione costruita con anni di sacrifici all’asta, si stanno moltiplicando.
  • Si sono illusi milioni di famiglie di poter rinnovare la propria abitazione con il famoso bonus 100, ora di fatto, lo stanno rendendo impossibile.
  • Le bollette dell’energia si sono almeno duplicate: prima era difficile pagarle, ora è impossibile.
  • Con il green pass ci hanno abituato ad avere in tasca la tessera del partito di governo: senza non entri più da nessuna parte e ora nemmeno lavori. Purtroppo al governo ci sono tutti e l’opposizione si è dileguata.
  • In questo mese è partito il prelievo della famosa sanzione di 100 euro direttamente nel conto corrente dei cinquantenni disobbedienti: esempio di quello che potrà accadere nel prossimo futuro per tutti.
  • Martedì chi non si sarà dotato della tessera di governo, che chissà perché hanno voluto fosse green, rimarrà a casa senza stipendio.

Chi ha qualche anno in più e non ha subito il processo di cancellazione della memoria non può non ricordare quello che sarebbe accaduto solo 50 anni fa: delle grandi manifestazioni che avrebbero fatto cadere il governo dopo qualche giorno.

Purtroppo, oggi sono tutti in altre faccende affaccendati: i sindacati sono rimasti una struttura parassitaria che sopravvive grazie ai pensionati, i partiti non sappiamo più nemmeno cosa siano, i loro leader sono impegnati prima a garantire la fine della legislatura per non perdere le prebende dei vitalizi e ora alla spartizione di 350 poltrone nelle varie società a partecipazione.

Nel frattempo, ogni giorno migliaia di aziende chiudono, milioni di persone sono ridotte alla fame, eppure in nome della carota stiamo subendo ogni nefandezza, ogni privazione della libertà ogni vessazione da parte di questo stato che non rappresenta più nessuno.

La maggioranza del paese è ridotta alla fame, ma piuttosto che rivendicare i propri diritti si è ridotta ad elemosinare le briciole svendendo la propria dignità.

Non è più il tempo dei proclami, della filosofia, dei programmi: ora è il momento dell’azione, della creazione del cambiamento. Nel paese stanno nascendo spontaneamente tante realtà composte da cittadini coraggiosi che non intendono farsi sottomettere. Di queste dobbiamo seguire l’esempio.

Giacinto Cimolai

Giacinto Cimolai

Nato a Fontanafredda (Pordenone) l’11 marzo 1958. Sposato e poi, come molti, divorziato. Dal 1987 ha operato nel settore del benessere, prima come direttore nei corsi di formazione professionale e poi nella gestione di centri benessere. Nel 2010 incontra Stefania con cui ricomincia una seconda vita e dà inizio al progetto sociale di Comunità Etica. Dal 2017 si dedica dunque alla promozione e allo sviluppo di questo progetto, promuovendolo in tutta Italia. Ha pubblicato tre libri. È il fondatore del servizio di Tutela Legale Etica, uno strumento per difendersi dalla schiavitù del debito. È Presidente della Cooperativa OPES (Organizzazione per la Promozione di un’Economia Sostenibile). Direttore della testata online CambiaMenti. Da sempre attendo alle problematiche sociali, attualmente ricopre il ruolo di Presidente Nazionale di Comunità Etica.
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