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Immagini di Economia Autentica

Viaggiai per giorni e notti per paesi lontani. Molto spesi per vedere alti monti, grandi mari. E non avevo gli occhi per vedere a due passi da casa la goccia di rugiada sulla spiga di grano.

Questa poesia di Rabindranath Tagore, ben illustra il nostro progetto. Non abbiamo inventato nulla, non abbiamo fatto nessuna scoperta eclatante, abbiamo solamente prestato la nostra attenzione a quello che spesso abbiamo davanti gli occhi, cercando di renderlo parte di un progetto che si pone l’obiettivo di mettere l’uomo al centro, promuovendo un’economia etica e autentica.
Un Villaggio Diffuso, multifunzionale e intergenerazionale immerso nel verde. Così si può riassumere il Progetto di Comunità Etica.
Da qui vorremmo partire. Questo erano i nostri paesi fino a non molti anni fa. Erano un insieme urbanistico costruito attorno alla piazza, l’antica Agorà dei greci, luogo nel quale venivano tessuti rapporti sociali ed economici, con un meraviglioso equilibrio che rispettava l’ambiente e l’uomo.
Non siamo per la decrescita felice, ma per un recupero dell’esistente: recupero del patrimonio edilizio, recupero delle tradizioni, della cultura locale, di un sistema di fare economia più sano, recupero dei rapporti umani per cui l’anziano è anche il saggio e il nonno, il bambino può fare il bambino dedicandosi al gioco e al contatto con la natura oltre che allo studio, il diversamente abile è accolto come un elemento della famiglia.
Osservando la goccia di rugiada possiamo comprendere che la soluzione di molti problemi sta proprio davanti a noi: nel recupero di valori, tradizioni, rapporti e conoscenze antiche. Quanti sono i paesi che si stanno spopolando e che invece potrebbero diventare degli esempi di contesti urbanistici bellissimi all’interno dei quali creare quei servizi che lo stato non è in grado di dare attraverso anche un nuovo concetto di economia? Davanti ai nostri occhi abbiamo il nonno che può raccontare la favola al bambino, che può far rivivere i vecchi mestieri, che può raccontare le tradizioni del luogo. Abbiamo il bambino che potrà essere il nostro futuro nella misura in cui saremo capaci di far emergere i suoi talenti. Davanti a noi spesso nascosto tra le mura di casa abbiamo il diversamente abile che anziché trovare inclusione e spazio per le proprie sensibilità, trova emarginazione.
Purtroppo siamo troppo presi da questo mondo globalizzato, da stereotipi, dall’esigenza di beni di cui potremmo stare senza e dimentichiamo di guardare fuori dalla finestra, di osservare il nostro vicino, di renderci conto che la povertà non è non potersi permettere l’ultimo iphone, l’ultimo modello del SUV, le vacanze in paesi esotici. La povertà è costringere un anziano ad andare in casa di riposo, se c’è posto, perché dopo che ha speso i migliori anni della sua vita nell’accudire figli e nipoti nessuno è ora in grado di accudire lui. La povertà è costringere un diversamente abile a rimanere rinchiuso in famiglia o in case protette perché mancano le condizioni per permettergli un doveroso inserimento sociale. La povertà è non avere un’occupazione, perché senza autonomia economica non c’è alcuna libertà.
Ecco, vogliamo recuperare i valori, il patrimonio edilizio, le capacità e le esperienze di ognuno, vogliamo riappropriarci dell’economia per non essere schiavi della globalizzazione e della finanza, della moneta per non essere succubi di un sistema europa che ci vuole sempre più poveri.
E farlo è un sogno possibile, è la realtà che vogliamo, un mondo migliore dove l’uomo sia rispettato per quello che è non per quello che ha, dove l’ambiente sia rispettato perché ci permette la vita, dove chi ha avuto meno fortuna nella vita possa realizzare le proprie sensibilità, dove i nostri figli non siano costretti a fuggire all’estero in cerca di lavoro.
E per far si che ciò possa accadere vogliamo dare impulso al Social Housing soprattutto attraverso il recupero del patrimonio edilizio, vogliamo creare degli incubatori di nuove attività imprenditoriali per chi vuole misurarsi con le proprie capacità, vogliamo creare una moneta per riappropriarci di uno strumento fondamentale per gli scambi economici e per poter offrire migliori servizi sociali.
Cultura e società sono elementi strettamente interrelati, la mancanza dell’uno determinerebbe la scomparsa dell’altro. Da qui l’importanza di contrastare la dispersione della cultura locale e la necessità di riprenderci in mano il nostro futuro.

Giacinto Cimolai

Giacinto Cimolai

Nato a Fontanafredda (Pordenone) l’11 marzo 1958. Sposato e poi, come molti, divorziato. Dal 1987 ha operato nel settore del benessere, prima come direttore nei corsi di formazione professionale e poi nella gestione di centri benessere. Nel 2010 incontra Stefania con cui ricomincia una seconda vita e dà inizio al progetto sociale di Comunità Etica. Dal 2017 si dedica dunque alla promozione e allo sviluppo di questo progetto, promuovendolo in tutta Italia. Ha pubblicato tre libri. È il fondatore del servizio di Tutela Legale Etica, uno strumento per difendersi dalla schiavitù del debito. È Presidente della Cooperativa OPES (Organizzazione per la Promozione di un’Economia Sostenibile). Direttore della testata online CambiaMenti. Da sempre attendo alle problematiche sociali, attualmente ricopre il ruolo di Presidente Nazionale di Comunità Etica.
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