«Se volete che vostro figlio sia intelligente, raccontategli delle fiabe; se volete che sia molto intelligente, raccontategliene di più».
Albert Einstein
Ecco, così mi piacerebbe presentare questo progetto: una fiaba, un sogno, un progetto di vita e per la vita.
Fino ad oggi, ho cercato di fare quello che mi piace, ho tradotto le mie visioni della vita, nella vita. Dai tempi del liceo mi ha sempre appassionato l’impegno sociale. Spesso mi sono trovato in contraddizione.

Mi sono sentito come si può sentire un ragazzo in fila alle montagne russe, voglia di rinunciare, di mandare andare avanti gli altri, di rimanere in attesa. Troppa paura, ma poi ci sono salito: su all’apice e giù a capofitto. Adrenalina, ansia, anzi credo di aver fatto due tre volte il giro della morte, e poi sì, per la voglia di mettermi in gioco le ho provate tutte, e oggi, non ho dubbi, mi sono fatto le ossa e ho deciso di salire sulla giostra della vita, non chiudo più gli occhi, non cerco più giustificazioni. Voglio viverla tutta, la vita. Voglio mettere a frutto tutte le esperienze, voglio raccontare un mondo migliore. Non ho timore di quello che pensa la gente, siamo tutti sulla medesima giostra, sulle stesse montagne russe.
Sento il vento del cambiamento, e con l’entusiasmo di un bambino vi porto nel mio sogno. Qui non c’entra la politica, qui c’è solo l’uomo e l’amore. E’ la storia di tutti noi che abbiamo dimenticato chi siamo, è la storia di una donna, di un bambino, di un nonno, di un ragazzo in carrozzina, di un albero e di un fiume, di una mucca e di un mestiere antico. Di una scuola straordinaria e di piccole cose “ordinarie”.
Da un anno a questa parte, anziché pensare alla pensione ho deciso di rimettermi in gioco per realizzare un progetto che metta al centro l’uomo.
Non possiedo la verità, non ho certezze, non sono meglio degli altri, non mi interessa alcuna carriera politica. Come molti di voi ho maturato nel tempo una mia visione della vita e della società, e ho un sogno. Un sogno che credo e spero, comune a molti altri che per tantissime ragioni hanno forse rinunciato a cercarne la realizzazione.
Il sogno potrebbe essere interpretato come una fantasia a occhi aperti, una speranza illusoria: ma può anche essere l’obiettivo che si vuole raggiungere e, da sempre “volere è potere”.
Deepack Chopra scrive: «Le nostre intenzioni sono una manifestazione dell’universo totale perché noi stessi ne facciamo parte, e racchiudono in sé il meccanismo della propria realizzazione. A noi basta avere ben chiaro qual è il nostro intento, dal canto loro le intenzioni attirano gli elementi, le forze, gli eventi, le situazioni, le circostanze e i rapporti interpersonali che consentono loro di compiersi. L’intenzione è una forza della natura come la forza di gravità, ma molto più potente».
Io ho ben chiara questa intenzione, e sono convinto che impegnarsi per un sogno che riguardi il nostro futuro, dei nostri figli e di chi ha avuto meno fortuna nella vita, sia un dovere. Qualcuno mi accuserà di essere un visionario. Sì, lo sono, immagino come diventerà questo paese dopo che queste idee saranno state condivise. E del resto, la storia spesso è stata fatta da “visionari”. Immagino un luogo in cui gli anziani siano rispettati, i bambini possano crescere sereni, i diversamente abili siano valorizzati per le loro sensibilità, le donne possano realmente svolgere il grande ruolo che gli spetta in questa società, i giovani non siano costretti a scappare all’estero per cercarsi un lavoro, l’ambiente sia rispettato nella sua biodiversità.
Il poeta Andrea Zanzotto, che ho avuto la fortuna di conoscere ancora nel lontano 1984, disse: «Devo lasciare un biglietto a mio nipote: la richiesta di perdono per non avergli lasciato un mondo migliore di quello che è».
Io non so se riuscirò a lasciare ai miei figli e ai miei nipoti (se li avrò) un mondo migliore, ma voglio provarci, voglio OSARE nonostante che la maggior parte delle persone abbia rinunciato a cercare il cambiamento. Non voglio chiedere perdono per non aver fatto nulla. Mi è venuto in soccorso su questa scelta il Vangelo di Maria Maddalena, nel quale si riporta una domanda che Pietro fece a Maddalena: «Sai dire in una sola parola tutto l’insegnamento di Cristo?». E lei: «OSA!».
Ho deciso di impegnarmi per il sogno mio e di Stefania con cui divido oltre al sogno anche la vita. Ecco, tutto nasce da qui: prende vita da un’idea che poi Stefania ha saputo concretizzare nella bellissima illustrazione che accompagna questo articolo. Ricostruire un ambiente ideale dove poter trascorrere una vita “umana”. Einstein disse che l’immaginazione è più importante della conoscenza. Ogni cosa viene sempre creata due volte, prima nella mente e poi nella realtà. Così nasce il nostro progetto: dall’immaginazione che cambiare è possibile. Che non necessariamente dobbiamo renderci schiavi di un sistema che non ha più considerazione verso l’uomo. Che se ognuno di noi cambia e soprattutto crede nelle proprie potenzialità, tutto può cambiare: la nostra mente funziona come una calamita attirando a se quello che desideriamo.
La mia meta è poter raccontare una fiaba ai miei e vostri nipotini. La fiaba che anche con l’aiuto di Roberta e di Alex cercherò di illustrare via via lungo un percorso che ha già cambiato la mia vita e cambierà quella di ognuno.