Il Governo festeggia per aver ottenuto dei prestiti dall’Europa. Quanti siano nella realtà e quando potranno essere utilizzati è ancora difficile da capire. Ma intanto il nostro Primo Ministro Conte si è salvato la poltrona e può tirare a campare ancora un po’.
Ricordate la meravigliosa potenza di fuoco da 400 miliardi che avrebbe dovuto risollevare l’Italia dal Covid? E tutte le altre promesse che si sono succedute in questi mesi?
Chi vuole può continuare a vivere in una narrazione al di fuori della realtà, può continuare a credere nelle favole, ma se vogliamo ridurre i danni della pandemia e della crisi devastante che si presenterà in autunno, dobbiamo aprire gli occhi, tirarci su le maniche e decidere quale modello economico vogliamo per il nostro futuro.
I grandi miti di questo ultimo ventennio, Euro, Europa unita, globalizzazione, vincolo di bilancio, per effetto del virus sono saltati. Il liberismo sfrenato ha dimostrato i suoi limiti e allora è giunto il momento di fare delle scelte smettendola di stare alla finestra delegando qualcuno a rappresentarci, perché, come abbiamo visto, una volta arrivati alla poltrona, tutte le promesse svaniscono.
E allora cosa possiamo fare?
Innanzitutto smettere di credere alle favole che ci raccontano e poi farci artefici di un nuovo modello economico.
Noi siamo per un’economia della condivisione e del dono. Un sistema economico che possiamo riassumere in uno slogan: “IO SONO PERCHE’ NOI SIAMO”.
Certi concetti sembrano impossibili, sembra che non possano stare in piedi solo perché ci hanno sempre insegnato l’economia in modo complicato, con grafici e calcoli astrusi (vedi il vincolo del 3%).
Sembrava impossibile che l’uomo potesse andare sulla luna, sembrava impossibile parlare a distanza di migliaia di chilometri eppure oggi con un piccolo smartphone possiamo avere contatti in tutto il mondo.
Allo stesso modo sembra impossibile poter ottenere del denaro senza il sudore della fronte. Eppure tutti condividiamo il detto “soldi portano soldi”, tutti sappiamo che le banche si arricchiscono senza produrre nulla.
L’ARCA del DONO è la dimostrazione che, anche il mito che vuole che solo con il sudore della fronte l’uomo possa far fronte ai suoi bisogni, si sta sciogliendo.
Cambiando un solo paradigma, passando dall’egoismo e dall’egocentrismo all’altruismo e alla mutualità noi possiamo cambiare la nostra vita e quella dei nostri vicini.
Noi abbiamo approntato una scialuppa di salvataggio che ci permette anche di risolvere i problemi che questo governo di incapaci ci sta procurando. Chi è stanco di subire può salire a bordo.